martedì 23 luglio 2013

Doppio legame, uno sgradito ospite

Il doppio legame, ogni tanto mi imbatto in lui. Sta li acquattato, subdolo, travestito da depressione, da sindrome borderline, da una miriade di disagi psicologici, nascosto nella penombra di una vita complessa e sofferente. Il doppio legame, di cui ho avuto occasione di parlare qui, a proposito degli omosessuali costretti a fare Outing, è una vera calamità. E' un disturbo della comunicazione veramente grave, che se presente nella comunicazione educativa delle famiglie può provocare danni seri e duraturi nella vita delle persone.
Ci sono pazienti che fin dalla prima seduta portano con loro il confuso ronzio di fondo del doppio legame. Sono pazienti che cercano la terapia per uscire da un disagio a cui non sanno dare un nome, o a cui danno un nome sbagliato. Invece, mettendo da parte le inutili etichette, si rileva un nodo comunicativo di fondo, uno stile di contraddizione, di ambiguità, di compresenza di esigenze opposte, che tradiscono la presenza di un ambiente familiare malato, in cui il doppio legame ha trovato il suo terreno di coltura.
Sarò sempre grato ai miei insegnanti di un corso sulle dipendenze di diversi anni fa. Per la prima volta mi hanno parlato di doppio legame, argomento di cui in un'università dominata per lo più da docenti psicanalisti, non si parlava. Ricordo che il tema mi aveva molto colpito, forse ne avevo intuito l'interesse dal punto di vista logico, ma non avevo compreso pienamente la sua potenzialità patologica. Solo con l'inizio della pratica clinica, solo riflettendo sui racconti dei miei pazienti, solo cercando di aiutarli ad uscire dal pantano nel quale erano immersi ho imparato qualcosa di più. Intanto a riconoscere il doppio legame, cosa certamente non facile e per niente scontata, poi a ripresentarlo "spiegato" ai pazienti, facendoli sentire non più malati psichici, ma portatori di un dolore comprensibile, infine cercando di aiutarli a venirne fuori, impresa faticosa e frustrante, ma possibile.
Proprio oggi ho incontrato una nuova paziente, nell'intreccio ambivalente del suo racconto era annidato il doppio legame. Le ho anticipato la difficoltà del lavoro che ci aspetta, ma è una paziente intelligente e caparbia, collaboreremo bene.

23/07/13 Tutti i Diritti riservati: Silvio Rossi - Roma

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

1 commento:

Unknown ha detto...

Gesù stesso nel Vangelo usa diverse volte ad arte rapporti di doppio legame ad esempio nella guarigione dei 10 lebbrosi e nel saluto alle donne il mattino di Pasqua. “Salute a voi” era un saluto laico e romano, non religioso ed ebraico. Cfr. Ebook (amazon) di Ravecca Massimo (Amazon): Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Nella guarigione dei dieci lebbrosi un primo doppio legame è nell'invito ad andare dai sacerdoti quando non erano ancora guariti, è il secondo è quando il samaritano ruppe il comando tornando indietro a ringraziare Gesù. In un certo senso tutta la missione di Gesù in ambito ebraico è sotto doppio legame, solo che gli ebrei ruppero il legame dalla parte sbagliata. Grazie.