venerdì 6 maggio 2016

Si possono curare tutti?

Tutti è una parola molto impegnativa e bisogna farne un uso moderato. Nel caso della psicoterapia poi, è davvero imprudente usarla con leggerezza.
Certo, la nostra coscienza si ribella all'idea che per qualcuno non si possa fare più nulla, e allora ci domandiamo con tutta la forza del nostro desiderio: "Si possono curare tutti"? Ci aggrappiamo a chiunque ci prometta una cura miracolosa, un rimedio infallibile, una terapia avanzatissima...
No, la psicoterapia non può curare tutti. Bisogna superare lo slogan: "Per ogni persona c'è una speranza" derivato da un atteggiamento buonista, quindi irrealistico. Forse è vero in una prospettiva di fede (alcuni - e noi tra questi - credono nei miracoli), ma da un punto di vista scientifico, o semplicemente umano, alcune persone non hanno speranza, se non quella di accettare la loro impossibilità a cambiare. D'altronde, se in campo medico ci sono malattie incurabili (sempre eccettuate le guarigioni inspiegabili), perchè non in quello psicologico?

Il tremendo rischio della libertà
Ma al di là di problemi irrisolvibili, ma che la propria libertà può accettare serenamente, ci sono persone, e qualcuna di quelle credo di averla incontrata in tre/quattro occasioni, che hanno raggiunto un punto che a me pareva di non-ritorno.  Il punto, cioè, superato il quale sparisce ogni spazio di manovra, ogni possibile appiglio, ogni risorsa sulla quale fare affidamento. E non sto parlando di malati psichiatrici, sto parlando di persone pparentemente sane e lucide, ma arrivate alla morte interiore, ad un livello di autosoppressione psichica tale da rimanere indifferenti ad ogni approccio. Persone che hanno abbracciato il loro fallimento oltre ogni possibilità di recupero.
Per me, è stata un'esperienza tremenda incontrarle, ma anche un'esperienza di umiltà perchè ho toccato con mano i miei limiti, l'impossibilità di aiutare tutti, il dover riconoscere che nonostante tutto l'impegno la libertà umana è invincibile, anche quando si usa la libertà per scegliere di lasciarsi andare.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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