lunedì 12 dicembre 2016

lettere minuscole


E' un incarico importante quello di Ministro della Pubblica Istruzione, così importante che si scrive con l'iniziale maiuscola. E' un incarico importante e prezioso per un Paese Civile (ma sì, scriviamo maiuscolo pure questo!) quello del responsabile della cultura, della scuola, dell'università, della ricerca. Soprattutto nella nostra nazione, la nostra bella Italia,culla della civiltà, terra sapiente e saggia che con la sua cultura donata ha istruito e civilizzato il mondo.

Essere Ministri della Pubblica Istruzione in un paese come il nostro non è una cosa qualsiasi, vuol dire ereditare secoli di civiltà, intelligenza e genio, dovuti allo straordinario connubio tra pensiero greco, pragmatismo romano e sintesi cristiana. Essere Ministri della Pubblica Istruzione in Italia significa trasfondere nelle nuove generazioni il bagaglio di secoli di elaborazione intellettuale. E' un compito che ha una sua sacralità, sì, è un ruolo sacro. Che richiede ponderazione, equilibrio, sobrietà, prudenza e rispetto; capacità di giudizio; amore per l'istruzione, per i giovani. Essendo un un ruolo sacro ci si deve sentire come sacerdoti: laici, ma sacerdoti; consci di manipolare materiale delicato, prezioso. Sarebbe un tradimento utilizzare il proprio potere di Ministro come un manifestante di piazza usa il suo megafono, per urlare slogan e fare demagogia. 

La Senatrice PD Valeria Fedeli, propagandista dell'ideologia gender, è il nuovo ministro della pubblica istruzione. Perdonatemi, non riesco ad usare le lettere maiuscole.  il nuovo ministro...

Ps.
A distanza di poco dalla sua elezione scopriamo grazie ad Adinolfi, Direttore del periodico "la Croce" che la signora Fedeli, il Mininstro della Pubblica Istruzione, cioè quello che decide sulle scuole, sulle università, sugli istituti di ricerca:
1. Non ha una specializzazione post laurea
2. Non ha la laurea
3. Non ha un diploma superiore di cinque anni
Ha un diplomino magro preso dopo la licenza media, e ha qualche anno di esperienza come sindacalista. E tutto questo l'aveva nascosto vantando titoli inesistenti sul suo profilo.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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